Trascrizioni Forensi di Intercettazioni: Metodi, Problematiche, Nuove tecnologie.
L’intercettazione delle comunicazioni, metodologia investigativa molto diffusa, è divenuta il pilastro portante delle tesi accusatorie a supporto delle Procure e degli Operatore di Polizia Giudiziaria, in Italia e nel mondo.
Sia essa un’intercettazione telefonica, ambientale, o informatica, tutto ciò che l’intercettato pronuncia viene passato al vaglio degli investigatori, subito dopo la firma del Gip del decreto di inizio intercettazione a suo carico.
Abbastanza semplice, potrebbe pensare il lettore medio che forma il proprio convincimento prevalentamente su articoli di giornale. Ma non è affatto così.
Il metodo intercettivo è ben più complesso:
Per le intercettazioni telefoniche gli operatori di P.G. si avvalgono della collaborazione degli Operatori di Linea Telefonica (Tim, Vodafone, Wind-Tre) che prestano la propria rete a dirottare in tempo reale la conversazione ed il loro contenuto ai server custoditi presso gli Uffici di Procura, che ne memorizzano il contenuto. Il risultato è un’intercettazione dall’audio generalmente abbastanza limpido, poco soggetto ai disturbi ambientali.
Per quanto riguarda le intercettazioni ambientali, generalmente eseguite in automobili e luoghi di privata dimora (quando consentito), esse avvengono tramite sistemi di monitoraggio in Radiofrequenza o su rete Gsm. Il risultato spesso è un audio poco limpido, fortemente soggetto a rumori ambientali (si pensi ad un’auto in movimento, o con la radio accesa) che spesso causano incomprensioni.
Le intercettazioni (nel 99% dei casi) arriveranno sulla scrivania del P.M./Giudici/Avvocati già trascritte, tramite quelli che vengono definiti “brogliacci di ascolto/trascrizione delle intercettazioni”, curati da operatori delle forze dell’ordine che hanno il delicatissimo compito di riferire, ai superiori ed ai titolari delle indagini, quello che l’intercettato dice ogni volta che vi è una comunicazione inerente le indagini in corso.
E’ proprio in questa particolare fase che prende forma l’accusa, le conseguenze, il futuro processo.
L’arduo compito di chi si occupa di curare questa delicata fase è soggetto a problematiche molto varie, perlopiù legate alla corretta interpretazione delle intercettazioni.
Le principali problematiche che affliggono questa pratica investigativa riguardano la comprensione del parlato; dove per comprensione si intende sia comprensione linguistica (capire determinate terminologie, dialetti, ecc.) che richiede l’ausilio di trascrittori che conoscono quel determinato dialetto.
Nonchè la comprensione fonetica (laddove gli audio delle intercettazioni presentano problemi di intelligibilità, presente perlopiù in intercettazioni ambientali che per loro intrinseca natura portano con se disturbi derivanti appunto da rumori ambientali) ove, se è pur vero che software specifici di editing audio arrivano in soccorso per migliorare la comprensione, nessuno di questi è in grado, realmente, di eliminare in maniera definitiva il problema rumori, specie sul materiale audio particolarmente degradato.
E le nuove tecnologie? Aiutano.. Un pò..
Con la recente sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni unite del 28.04-1.07.2016 n. 26889, è stata “autorizzata” l’intercettazione di conversazioni e comunicazioni tra presnti mediante l’installazione di un “captatore informatico” ndr (virus, trojan) in dispositivi come personal computer, tablet, smarphone, etc.. limitatamente ai procedimenti per delitti di criminalità organizzata anche nei luoghi di privata dimora di cui all’art. 614 c.p.
In termini di intercettazione del parlato, quindi, cosa succede?
Questi nuovi software spia sfruttano l’apparato microfonico dei moderni dispositivi per captare le conversazioni in corso, non appena l’operatore di P.G. lo ritiene necessario.
Avviene, quindi, una sorta di intercettazione a cornetta alzata permanente, che rende ben comprensibile quanto pronunciato dalle persone nelle IMMEDIATE vicinanze del dispositivo poichè, è noto, i dispositivi sono creati ed ottimizzati per un’ottima registrazione in fase di chiamata e, pertanto, di tutto quello che viene pronunciato nelle strette vicinanze del parlante.
In conclusione, il sistema di intercettazione perfetto non esiste. Ogni secondo di materiale audio fornito per l’esecuzione del procedimento deve essere valutato ed analizzato affinchè si accerti che rispetti gli standard minimi di comprensibilità (calcolati con metodo dell’analisi/stima del valore Segnale/Rumore).
Esiste invece l’esigenza di diversificare anche in materia di audio forensics e trascrizioni, quello che è realmente comprensibile in maniera oggettiva per tutti gli operatori di un procedimento penale, e quello che non lo è.
Questo per non negare il diritto inviolabile della libertà personale per colpa di un audio poco comprensibile e dunque non in grado di fugare ogni ragionevole dubbio.
Antonio Andrea MIRIELLO (Criminalista)
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(studente UNISED membro ISF sez. CALABRIA)